Un 25 aprile come “Folgore dal Cielo” e come “Nembo di Tempesta”
E’ trascorso ieri il 73° anniversario della fine della seconda guerra mondiale in Italia, e con esso si è celebrata anche la 73a commemorazione dei caduti militari che presero parte all’Operazione Herring.
Prima dello sfondamento della linea gotica, nel marzo 1945 il comando anglo-statunitense pensò di ostacolare il ritiro dell’esercito nazista prima che questo attraversasse il fiume Po, al di là del quale avrebbe potuto assestarsi. Scopo dell’operazione fu di creare confusione e panico per circa 36 ore nelle retrovie tedesche e anche quella di mettere al sicuro i ponti e le strade principali, al fine di agevolare l’avanzata degli alleati.
Non disponendo in Italia di forze necessarie allo scopo, il comando alleato selezionò un gruppo di 226 paracadutisti italiani, già dipendenti del XIII corpo d’armata britannico, di cui 109 facenti parte delle truppe di fanteria del reggimento “Nembo” (Gruppo di Combattimento Folgore) e 117 dello “Squadrone F” (Folgore) (eredi delle divisioni paracadutisti Folgore e Nembo). Prima del lancio, tutti i paracadutisti italiani selezionati (che non effettuavano più lanci dall’8 settembre 1943) parteciparono ad un veloce addestramento tenuto a Gioia del Colle al fine di prendere confidenza con il paracadute inglese e ad un corso per sabotatori organizzato dall’Italian Special Air Service (ISAS).
I paracadutisti, comandati dal capitano Carlo Francesco Gay e dal tenente Guerrino Ceiner, vennero organizzati in 26 pattuglie di 6-8 uomini (eccezionalmente 12-16), a cui fu assegnato una zona di lancio ciascuna, situata all’interno di un triangolo avente per vertici Ferrara, Mirandola e Ostiglia, con baricentro a Poggio Rusco. Alla centuria Nembo venne assegnata la porzione nord (tra Poggio Rusco ed Ostiglia-Revere), mentre allo Squadrone F l’area inclusa fra Mirandola, Medolla, San Felice sul Panaro e Finale Emilia.